

I confini politici sono una invenzione umana.
Alzare un muro serve a proteggere, a capire fin dove vale una legge, una statistica o una proprietà. Un confine tenta di porre determinatezza ad una superficie indeterminata. Il confine serve ad articolare i pronomi “noi” e “voi” e ad guardare oltre con distrazione. C’è stato un momento, un breve attimo, quando un’altra invenzione umana, la rete, sembrava potesse rendere obsoleto il muro. Ma, per tante ragioni, dopo la scossa il muro si è alzato ed è diventato più spesso ancora. Ed il vicino è stato ritenuto il responsabile, il vero colpevole. Tutto ciò accade con i piedi a terra.
Ma gli uccelli non hanno immaginazione. Librano, migrano, si poggiano e continuano ad andare senza riuscire a vedere i confini.
E’ dal 2003 che Coelmo celebra l’ingegno umano, nelle arti e nella tecnica, attraverso gli storici calendari. Con l’edizione “Borderless Migrants” abbiamo immaginato di volare un po’ più in alto ancora.
Storno (Sturnus Vulgaris)
Lo Storno è noto per l’abitudine di formare gruppi (stormi) molto numerosi e coordinati, che al tramonto disegnano “nuvole” dalle forme più disparate. Lo Storno è un migratore e gli individui che partono da Russia, Germania e Polonia trascorrono l’inverno nelle regioni meridionali del Mediterraneo. Napoli è al centro della rotta e costituisce un ottimo sito di svernamento, lo testimoniano gli stormi che in gennaio volano sulle maggiori piazze della città. Il primo studio della migrazione degli uccelli, effettuato in Danimarca nel 1899, riguarda proprio questa specie. Possono formare gruppi di 100.000 individui.
Falco Pellegrino (Falco Peregrinus)
E’ il falco per eccellenza, la specie più utilizzata nella antica arte della falconeria e per tale motivo molto amata da Federico II di Svevia, che ne parla nell’opera “De arte venandi cum avibus”, trattato di ornitologia commissionato a Napoli nel 1260 in cui si descrive l’arte di cacciare con i rapaci. Il comportamento migratorio è variabile, con le popolazioni più settentrionali che si spostano su lunga distanza, mentre quelle meridionali diventano via via più stanziali. Le popolazioni più nordiche si spingono fin nell’Africa sub-sahariana. A Febbraio è possibile osservare i voli nuziali che rinsaldano i legami nella coppia che è monogama. Il Falco Pellegrino è l’essere vivente più veloce del pianeta.
Rondone Maggiore (Tachymarptis Melba)
Tutte le popolazioni che si riproducono in Europa migrano in Africa Sud-Sahariana dove trascorrono l’inverno. Il Rondone Maggiore si può osservare a Napoli da Marzo fino al finire dell’estate e i luoghi in cui è più facile notare le colonie in nidificazione sono il Maschio Angioino e lo Stadio San Paolo. Il Rondone Maggiore è fra le specie più aerodinamiche e può volare ininterrottamente per oltre 200 giorni senza mai fermarsi, bevendo a pelo d’acqua, nutrendosi di insetti e dormendo in volo grazie a una sorta di “sonno vigile”. Nella loro vita possono percorrere in volo oltre 5 milioni di km (pari a 125 giri della Terra).
Passero Solitario (Monticola Solitarius)
In Europa è sedentario o migratore parziale, i movimenti sono di tipo altitudinale o dalle aree interne verso quelle costiere. Migrano prevalentemente di notte e anche per questo le rotte sono poco conosciute. Il Passero Solitario è celebre per la poesia di Giacomo Leopardi e risulta particolarmente suggestivo ascoltare il canto presso la tomba del poeta nel Parco Vergiliano di Napoli. Il termine “Solitario” sottolinea la spiccata territorialità di questa specie che allontana con vigore i consimili dal proprio territorio. Aprile è il mese in cui è più facile sentirlo cantare soprattutto verso l’alba.
Cardellino (Carduelis Carduelis)
Il Cardellino è una vera icona ornitologica della città di Napoli. Al Cardellino sono dedicate opere religiose, come la Madonna del Cardellino (1506), e numerose canzoni e poesie a partire dal 1500. Il Cardellino multicolore si osserva facilmente libero in tutte le aree verdi della città e talvolta, tristemente, in piccole gabbiette esposte accanto alle finestre dei vicoli di Napoli. Il motivo della detenzione (spesso illegale) è il canto del maschio, in natura udibile soprattutto a Maggio. Uccello nidificante in tutta Europa, in inverno si concentra nell’area mediterranea.
Gabbiano Corso (Ichthyaetus Audouinii)
Il Gabbiano corso è uno dei pochi uccelli endemici del Mediterraneo. Le colonie scelgono le isole e le coste più incontaminate del Mare Nostrum per nidificare. A Giugno schiudono le uova e dopo circa 6/7 settimane inizia il viaggio verso le coste africane, dalla Libia fino al Senegal, dove di norma trascorrono l’inverno. Nel Golfo di Napoli è presente un’importante colonia di circa 100 coppie sull’Isola deserta di Vivara. Il Gabbiano Corso ha l’abitudine di cambiare spesso luogo di nidificazione: la colonia napoletana è costituita da individui nati o precedentemente riprodottisi in Sardegna e in Salento.
Assiolo (Otus Scops)
Nei parchi urbani di Napoli, nelle notti di Luglio, è facile ascoltare un suono monotono e costante “chiuuu...chiuuu”, simile ad un allarme che suona in lontananza. Da questo verso onomatopeico deriva il nome napoletano “Assiolo”, un piccolo rapace notturno insettivoro e migratore. L’Assiolo è diffuso in tutta Europa, ma con due popolazioni distinte rispetto alla migrazione: quella Mediterranea pressoché sedentaria o con spostamenti limitati al nord Africa, e quelli dei paesi europei più a nord, nord-est che trascorrono l’inverno a sud del Sahara.
Berta Maggiore (Calonectris Diomedea)
La Berta Maggiore è simile all’Albatros. Il suo canto “umanoide” e notturno ha dato vita al mito delle sirene e a quello di Partenope, la sirena che spiaggiandosi fondò la città di Napoli. Trascorre l’inverno nell’Atlantico, nei pressi del Brasile, da cui parte per raggiungere le isole più incontaminate del Mediterraneo su cui si riproduce. Prima dell’antropizzazione, qualche decennio fa, nidificava nelle isole partenopee. Le Berte volano sul golfo di Napoli e spesso vengono osservate in agosto dai traghetti che collegano la città alle isole. Alcuni individui superano i 40 anni di vita percorrendo oltre 600.000 km.
Gruccione (Merops Apiaster)
Il Gruccione è l’uccello più colorato d’Europa, dove è presente dalla tarda primavera e per tutta l’estate, quando sono abbondanti le prede di cui si nutre (api, vespe e bombi). A Settembre, dopo i primi temporali, va via per raggiungere l’Africa tropicale, portando con sé la bella stagione. Le isole del golfo di Napoli rappresentano un sito di sosta importante durante il lungo percorso migratorio, prima di attraversare in volo il Mediterraneo.
Pettirosso (Erithacus Rubecula)
E’ possibile osservare il Pettirosso nei parchi e nei giardini di Napoli, in cui giunge ad Ottobre per trascorrere l’inverno. Risulta difficile stabilire i luoghi di provenienza in quanto migrano o meno a seconda delle caratteristiche dell’area in cui nidificano, e quelli che partono possono spostarsi da qualche decina di Km (venire dal vicino Appennino) fino a superare i 2.000 Km (dalla Norvegia). E’ tradizione diffusa che la macchia rossa sul petto sia il segno della gratitudine di Cristo, che macchiò con una goccia di sangue l’uccellino quando questo portò via una spina dalla sua corona. Il Pettirosso può vivere anche 10 anni, superando i 40.000 Km in volo.
Beccaccia (Scolopax Rusticola)
La Beccaccia è una specie icona per il mondo venatorio. Il suo nome in napoletano si rifà alla forma dell’animale in volo, che con il lungo becco e le ali arcquate ricorda un arco armato di freccia. La Beccaccia giunge nei territori italiani a Novembre e la maggior parte degli individui proviene dalla Russia, Finlandia, Svezia e Norvegia. La Beccaccia appartiene al gruppo degli uccelli acquatici ma trova rifugio nei boschi. A Napoli sverna nel “Real Bosco di Capodimonte” e nelle aree alberate della “Collina dei Camaldoli”. Le Beccacce, in volo migratorio, possono percorrere 500 km al giorno e volare per più giorni consecutivi senza mai posarsi.
Cormorano (Phalacrocorax Carbo)
Il Cormorano è uccello tipicamente svernante lungo le coste italiane. A Dicembre si può osservare il Cormorano a Napoli, sugli scogli che circondano il “Castel dell’Ovo” e diffusamente nel tratto di mare che bagna la città. Il Cormorano, in inverno, trascorre la notte in dormitori, che si riuniscono in luoghi riparati, come le falesie dell’Isolotto di Nisida, un luogo che risulta indisturbato anche per la presenza del carcere, che ne impedisce la fruizione. Alcuni Cormorani osservati a Napoli provengono da Polonia, Finlandia, Germania e Francia, loro paesi di nidificazione.