Calendario 2022

La collezione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) costituisce un vero compendio della pittura di età romana documentata nell’area vesuviana tra I secolo a.C. e I secolo d.C.

Attraverso gli esemplari conservati al museo è possibile ripercorrerne stili, tecniche e temi secondo un criterio che privilegia il più possibile la ricostruzione dei contesti originari, legati essenzialmente a dimore private, oggi non sempre leggibili in situ.

Coppia in volo
Pompei, Casa dei Dioscuri VI 9, 6-7 (62-79 d.C.)
La magnifica figura di coppia in volo su uno sfondo ceruleo ornava la parete meridionale del tablino della dimora. Il satiro e la menade, creature del mondo dionisiaco, sono ben distinti dal colore dell’incarnato che accentua i volumi dei loro corpi: il satiro, più scuro, cinge la candida Menade al fianco e la guida in un movimento di torsione che conferisce un senso di trascendenza e leggerezza all’intera scena. La Menade, che reca nella sinistra il tirso dionisiaco, a sua volta si libra in aria quasi accennando a un passo di danza.
Gennaio
Busto di fanciulla
Stabiae (55-79 d.C.)
L’affresco, di cui ci è giunto un frammento, riproduce una delicata figura di fanciulla, abbigliata con un morbido panneggio e con i capelli raccolti sulla nuca. Lo sguardo è rivolto verso il basso, il viso assorto, probabilmente intento ad osservare un oggetto posto tra le mani. Potrebbe essere interpretata come figura di offerente.
Febbraio
Enea ferito
Pompei, Casa di Sirico, VII 1,25 (45-79 d.C.)
Testimonianza unica della pratica chirurgica nel mondo antico, l’affresco fa riferimento al mito di Enea, l’eroe in fuga da Troia che approdò sulle sponde del Lazio per dare vita a una nuova civiltà. Enea è raffigurato in piedi e appoggiato sia alla lunga lancia sia al piccolo Ascanio, che nasconde il viso tra le lacrime. La gamba ferita è affidata alle cure di un medico, che cerca di estrarre la cuspide di freccia dalla coscia con l’aiuto di una pinza chirurgica. Interviene in soccorso dell’eroe anche un’amorevole Afrodite, sua madre divina, che reca nella mano sinistra delle erbe medicamentose.
Marzo
Perseo e Andromeda
Pompei, Casa della Saffo (55-79 d.C.)
Il tema di Perseo e Andromeda è tra i soggetti prediletti della letteratura e dell’arte antica, ampiamente documentato nei siti dell’area vesuviana, dove ricorre in diverse domus pompeiane, come la Casa dei Dioscuri, la Casa dei capitelli colorati e la Casa del Principe di Montenegro, e nella Palestra di Ercolano. L’affresco qui raffigurato si discosta dagli altri esemplari noti perché non mette in primo piano il momento della liberazione di Andromeda, ma presenta una scena più intima e raccolta, dove i due protagonisti siedono sulle rocce lungo un corso d’acqua. Perseo solleva la testa di Medusa e lo fa alle spalle di Andromeda, in modo che la fanciulla possa vederne solo il riflesso sulla superficie dell’acqua senza restarne così pietrificata.
Aprile
Amorino con scarpe
Stabiae, Villa di Arianna (10-45 d.C.)
Delicata figurina di amorino in volo che fluttua reggendo una scarpa in ciascuna mano. Faceva parte del ricchissimo apparato decorativo della cosiddetta Villa di Arianna rivenuta nel sito dell’antica Stabiae e scavata a partire dal 1757.
Maggio
L’attore re
Ercolano, Palestra, Insula Orientalis II 4,19 (30-40 d.C.)
L’affresco, rinvenuto già nel corso degli scavi settecenteschi (1761), rappresenta una scena di ambientazione teatrale. Sulla sinistra un attore in costume da re, munito di scettro, spada e calzari d’oro, siede sul diphoros, sgabello senza spalliera. Alla sua destra una figura maschile, probabilmente un altro attore, sta per cambiarsi la veste. Sotto i loro sguardi una fanciulla inginocchiata è intenta a scrivere qualcosa, forse una dedica, sotto il quadretto che rappresenta una maschera teatrale di tipo tragico. Si tratta probabilmente della dedica di un quadro votivo.
Giugno
Bacco e il Vesuvio
Pompei, Casa del Centenario, IX 8,3-6 (68-79 d.C.)
L’affresco proviene dal larario della casa, luogo dedicato al culto delle divinità domestiche dove non erano rare le rappresentazioni di Dioniso/Bacco, auspicio di fertilità e fecondità. In questo esemplare il dio è raffigurato coronato di pampini e rivestito di acini quasi a evocare un grappolo di uva. Completano la sua figura gli attributi del culto dionisiaco: il tirso, ovvero il lungo bastone, e il kantharos da cui si abbevera una pantera, animale sacro a Dioniso. Sovrasta la scena una montagna interamente ricoperta da filari di viti in cui molti hanno voluto riconoscere una rappresentazione del Vesuvio prima dell’eruzione del 79 d.C.
Luglio
Akte o Peliade (volto di fanciulla)
Ercolano (20-10 a.C.)
Il frammento di affresco rappresenta un volto femminile dai lineamenti delicati: il capo, cinto da una corona di ulivo, è leggermente reclinato verso destra, i capelli ondulati sono divisi da una scriminatura centrale e raccolti, ai lobi pendono orecchini d’oro. Il frammento potrebbe essere parte di una scena più ampia, nota dalle fonti e da un altro affresco pompeiano, che raffigura l’episodio dell’arrivo di Giasone alla corte del re Pelia a Iolco, in Tessaglia, durante una cerimonia religiosa. La figura femminile potrebbe dunque identificarsi con una delle figlie del re presenti all’arrivo dell’eroe.
Agosto
Ares e Afrodite
Pompei, Casa delle Nozze di Ercole (49-79 d.C.)
Altro tema caro alla pittura romana è quello degli amori di Afrodite e Ares, noto nella sola Pompei da circa trenta repliche. In questo esemplare un’Afrodite ingioiellata è posta al centro della scena: è in parte adagiata sul corpo dell’amato e reca nella mano sinistra la sua lunga lancia. Ares, contraddistinto dal colore più scuro della pelle come in genere le figure maschili nella pittura romana, è seduto alle spalle della dea e solleva il mantello ceruleo che ne svela la nudità. Completano la scena due amorini, uno in volo l’altro accovacciato ai piedi di Afrodite, che giocano con le armi di Ares.
Settembre
Perseo e Andromeda
Pompei, Casa dei Dioscuri VI 9,6-7 (62-79 d.C.)
Il mito racconta che Andromeda, figlia del re di Etiopia Cefeo e di Cassiopea, era stata incatenata ad una roccia ed esposta ai flutti per espiare la superbia della madre, rea di essersi proclamata più bella di tutte le Nereidi, ninfe marine care a Poseidone. Perseo, di ritorno dalla spedizione vittoriosa contro la Gorgone Medusa, l’avrebbe scorta e, subito innamoratosene, l’avrebbe salvata dopo averne chiesto la mano a Cefeo. L’affresco immortala il momento della liberazione di Andromeda in un’ambientazione quasi irreale e appena accennata: lo sfondo si limita a poche rocce scarne e solo una catena che pende dal polso di Andromeda fa riferimento al suo supplizio. Il riferimento all’impresa di Perseo contro Medusa è dato invece dalla testa che pende dalla spada al fianco dell’eroe.
Ottobre
Terentius Neo e la moglie
Pompei, Casa di Terentius Neo, VII 2,6 (55-79 d.C.)
Il ritratto, anche se in forma spesso idealizzata, è genere assai frequentato dalla pittura romana. In questo caso ad essere rappresentati sono due coniugi, il panettiere Terentius Neo e la moglie. A dispetto dei tratti del viso un po’ grossolani, soprattutto nel caso dell’uomo, i due sono raffigurati in maniera solenne, con ricchi abiti, gioielli e gli strumenti per scrivere: tavolette cerate e stilo lei, un rotolo di papiro lui. Questi attributi, che rimandano ad una classe sociale colta e agiata, sono chiaramente inseriti come esibizione di ricchezza e come simbolo di uno status sociale cui i coniugi aspirano.
Novembre
Processione di falegnami
Pompei (I Sec. d.C.)
La scena rientra nel genere di pittura popolare che traeva ispirazione dalla vita quotidiana. Quattro personaggi portano sulle spalle una sorta di baldacchino a forma di tempietto. Al suo interno si intravedono all’estrema sinistra la statua lignea della dea Minerva e all’estrema destra la figura di Dedalo, mitico inventore degli strumenti di falegnameria, ai cui piedi è il cadavere di Talos, nipote e allievo di Dedalo da lui ucciso per invidia. Al centro si scorgono tre falegnami al lavoro, due sono intenti a segare un asse – l’invenzione della sega era attribuita a Talos - un terzo solleva altre assi. Ogni elemento rimanda dunque alla professione dei falegnami e dei carpentieri, che nel mondo romano erano riuniti nella corporazione dei fabri tignarii.
Dicembre